‘Candidatus Phytoplasma phoenicium’: ci adatteremo al suo adattamento?
Autori: Professor Pier Attilio Bianco, Prof. Fabio Quaglino
I fitoplasmi sono batteri patogeni delle piante in grado di causare malattie molto dannose che provocano notevoli perdite produttive in numerose specie coltivate in Europa e nel mondo. Questi batteri sono in grado di spostarsi da una pianta all’altra grazie all’azione di insetti vettori in grado di acquisirli da una pianta malata e di trasmetterli ad una pianta sana durante la loro normale attività nutritiva. Molto spesso il ciclo vitale di questi patogeni coinvolge, oltre alle piante coltivate, diversi insetti vettori e piante non-coltivate che rappresentano importanti fonti di inoculo del patogeno. Considerando che la maggior parte delle piante coltivate è suscettibile ai fitoplasmi, l’adeguata conoscenza del loro ciclo vitale è di fondamentale importanza per lo sviluppo di strategie di controllo delle malattie associate a questi patogeni.
Una delle malattie più devastanti causate da fitoplasmi è denominata “scopazzi del mandorlo”. Questa malattia, osservata per la prima volta negli anni 90 del secolo scorso in Libano ed in Iran e causata dal fitoplasma chiamato ‘Candidatus Phytoplasma phoenicium’, causa nella maggior parte dei casi la morte della pianta infetta. Forti epidemie di “scopazzi del mandorlo” hanno messo in ginocchio la coltivazione del mandorlo nei due Paesi. Diversi progetti, che hanno coinvolto il DiSAA, altri enti di ricerca nazionali ed internazionali ed organizzazioni non governative, sono stati finanziati tra il 2009 e il 2013, per studiare la diffusione di questa malattia e per comprendere il ciclo vitale del patogeno. Sulla base dei risultati ottenuti ‘Candidatus Phytoplasma phoenicium’ è stato ritrovato, a partire dal 2010 sempre in Libano ed Iran, anche in altre specie da frutto del genere Prunus (pesco, albicocco), sulle quali causa gravi malattie (scopazzi ed ingiallimenti) che inducono forti perdite produttive spesso correlate alla morte delle piante malate. Ciò ha suggerito una forte capacità di adattamento di questo fitoplasma a diverse piante ospiti. La stretta collaborazione tra patologi ed entomologi ha permesso di ricostruire il ciclo vitale del patogeno, identificando due insetti vettori e due specie vegetali non-coltivate coinvolti nella diffusione del patogeno in Libano. É stato dimostrato che il ciclo vitale di ‘Candidatus Phytoplasma phoenicium’ in Iran coinvolge ospiti (insetti e piante non-coltivate) diversi rispetto al Libano. Partendo da informazioni presenti nel genoma del patogeno, sono state riscontrate differenze genetiche nelle sue popolazioni che possono spiegare questa diversità ecologica rilevata nei due Paesi.
Sulla base di queste evidenze, sono state sviluppate strategie di contenimento basate sulla prevenzione (posizionamenti dei vivai in aree dove il fitoplasma non è presente) e sul controllo degli insetti vettori. Per la sua pericolosità, ‘Candidatus Phytoplasma phoenicium’ è stato inserito nella lista A1 dell’EPPO (European Plant Protection Organization) nel 2017 ed un progetto EUPHRESCO, coordinato dal DiSAA, è stato svolto dal 2018 al 2020 per la messa a punto di un protocollo diagnostico specifico e sensibile. La prima segnalazione europea di ‘Ca. P. phoenicium’, rilevato in mandorli malati in Puglia nel 2019, ha aperto uno scenario preoccupante circa la sua capacità di adattarsi ad agroecosistemi differenti ed il suo impatto potenzialmente devastante sulla coltivazione delle drupacee in Italia e in Europa.
Il quadro di riferimento di questa filiera di progetti è stata dapprima la Cooperazione Italia (ex MAE ora AICS) e le ONG italiane e straniere. In Ateneo e in Facoltà si sono tenuti convegni internazionale con la presenza di ricercatori provenienti dal medioriente e dall’Iran. Per questo progetto il ministero dell’agricoltura libanese (che ha coordinato il gruppo di lavoro formato da università italiane e libanesi) ha ricevuto il premio CHIEAM – IAM come Best Practise Agricola ad EXPO 2015.