#MeetTheStudents

Sara Vignati, 26 anni, vince con il suo progetto di tesi in Scienze e Ingegneria Agrarie, gli Agro Innovation Awards 2020. Si tratta di un premio prestigioso, assegnato dall’Accademia dei Georgofili che ogni anno seleziona i progetti più innovativi in diversi ambiti di ricerca. Sara ha ricevuto il premio per la categoria Ingegneria Agraria e  Meccatronica.

Brava! Chi ti ha  consigliato di iscriverti?

Sono venuta a sapere di questa opportunità un po’ per caso. Lo studente che lavorava con il Prof. Oberti e che ho conosciuto durante la preparazione della tesi mi ha incoraggiata  a partecipare. Mi ha detto che provare non costava nulla. Nel vero senso  della parola.

E la vittoria come ti è stata comunicata?

Ero in laboratorio. Ero con il mio collega che insieme a me ha ricevuto la borsa di studio per l’anno accademico 2021. Ci sono  rimasta di stucco.

Di cosa  parla la tua tesi?

Si tratta dello sviluppo di tecniche avanzate di imaging per la difesa di precisione delle colture, in particolare del cetriolo.

Quindi, come lo tradurresti per un non addetto ai lavori?

Si tratta di utilizzare un’apposita telecamera con filtri ottici al suo interno, installata su un telaio rivestito da un telo oscurante. In questo modo, si crea una camera oscura e al cui interno si posiziona una pianta di cetriolo.  La pianta viene illuminata con una luce LED o alogena e tramite la telecamera si acquisiscono delle immagini di fluorescenza o a particolari lunghezze d’onda. Analizzando tali immagini  si individua una potenziale infezione di oidio sulle piante di cetriolo.

In pratica cosa fa lo oidio?

È dannoso per la pianta! Se viene contaminata, non riuscirà a  produrre il frutto. Lo oidio produce macchie spot sulla lamina fogliare. Attraverso l’osservazione si capisce se la pianta è sana o meno ed eventualmente  il tipo di cura di cui ha bisogno. L’obiettivo è quello di individuare tempestivamente se la pianta è stata infettata ed eventualmente dove per agire su di essa in modo preciso. L’applicazione futura  è di utilizzare questo monitoraggio in pieno campo mediante drone su cui è applicata una telecamera con filtri ottici e tramite l’analisi delle immagini della coltura.

Stiamo parlando di agricoltura di precisione

Si! Esatto! Con questa tecnica riusciamo a capire  dove è l’infestazione dell’oidio e riusciamo a capirlo prima che causi dei danni. I sensori ci permettono di potenziare la nostra vista e di conseguenza la nostra azione. Per esempio, isolando prima il problema, si arrivano a trattare solo le foglie che ne hanno bisogno, con conseguente annullamento o riduzione di input chimici generalizzati. L’utilizzo dell’automazione di queste tecniche e della robotica serve proprio per elevare il livello di precisione.

In Italia, secondo te, siamo pronti per l’agricoltura di precisione?

C’è ancora strada da fare secondo me. Anche perché ci sono tante correnti di pensiero, specialmente in ambito agricolo. L’agricoltura di precisione tende a ridurre gli input chimici il più possibile aumentandone però l’efficienza. L’agricoltura biologica li elimina del tutto. Poi c’è quella biodinamica…insomma il quadro è complesso. Personalmente credo nell’interazione  tra  tecniche  agronomiche e le nuove tecnologie. In fondo, l’obiettivo è aumentare l’efficienza della coltura ma anche della qualità della produzione della pianta stessa.

Ti stai occupando proprio di questo al  momento giusto?

La mia borsa di studio verte sulla valutazione qualitativa di prodotti ortofrutticoli. In pratica, analizzo in laboratorio il contenuto di nitrati, zuccheri, composti antiossidanti etc…e svolgo analisi non distruttive sulla fluorescenza al fine di  valutare  se la pianta sta bene, se la fotosintesi prosegue correttamente  anche in risposta a stress, come lo stress idrico, e da caldo. Per esempio, grazie all’applicazione di biostimolanti valuto se la risposta allo stress migliora ed eventualmente  se  questo può migliorare la  qualità del prodotto finale.

Ma quando è nata questa tua passione?

Ero piccola quando guardavo ammirata mio nonno coltivare l’orto. Le piante, la natura, una passione che dura da sempre. Dopo aver frequentato  il corso di perito agrario presso Villa Cortese in provincia di Legnano,  non potevo non approdare al DiSAA.

Sogno nel cassetto?

Aprire una mia attività. Un agriturismo o un’azienda agricola. Anche svolgendo delle attività con i bambini, per insegnar loro il rispetto e la magia della natura come mio nonno fece con me.