#MeetTheStudents

Marco Torrente, di San Giuliano Milanese, dopo le medie sceglie una scuola professionale per poi diventare meccanico. Ma a 27 anni, ritorna sui banchi e si iscrive a Scienze Agrarie e si laurea con lode. Oggi di anni ne ha 35 ed ha da poco vinto il Dottorato in Agricoltura Ambiente e Bioenergia al DiSAA.

Come mai questa inversione di rotta?

Ho sempre avuto la passione per la natura e le piante. All’inizio ho pensato di iscrivermi a Scienze Agrarie perché lo consideravo un ottimo investimento per il mio futuro, una facoltà spendibile in molti campi di lavoro. Questo corso di Laurea fornisce una preparazione ad ampio spettro, capace di offrire prospettive future, più di quello che si pensi.

Di cosa parla il tuo Dottorato?

Ho presentato un progetto che riguarda l’utilizzo di sensori 3D, capaci di acquisire dati tridimensionali. Il mio scopo è mettere a punto un sistema di intelligenza artificiale capace di riconoscere le malerbe dalla coltura principale per pilotare trattamenti di diserbante molto precisi, ad-hoc.

In modo da limitarne l’impatto ambientale?

Si esatto. Il Green Deal imporrà la riduzione dell’uso dei diserbanti del 50% entro il 2030. In quest’ottica, dobbiamo essere pronti a proporre un’alternativa green friendly. C’è da dire che i composti chimici non hanno un costo proibitivo, forse anche per questo continuano ad essere molto utilizzati. Ma la direzione presa è inequivocabile: la tecnologia insieme all’applicazione delle conoscenze scientifiche devono contribuire a produrre riducendo ogni impatto nocivo sull’ambiente.

Quali sono gli altri vantaggi di una gestione ad-hoc della coltivazione?

Non si sprecano le risorse necessarie per produrre cibo (terra, semi, acqua, energia), cercando di massimizzare le rese, la qualità e la salubrità dei raccolti. Si distribuiscono i concimi e i prodotti per la difesa delle piante quanto, dove e quando necessario. L’utilizzo delle nuove tecnologie fa sì che si possa coltivare con precisione ad-hoc, …cosa che per esempio, non si può fare con l’operatore che guida manualmente le macchine.

Quella che oggi si chiama Agricoltura di Precisione.

Lo scopo è quello di gestire automaticamente le operazioni agricole per potere adattare gli interventi ai bisogni delle colture nelle diverse aree dei campi e in diversi momenti della stagione.

Questa è attualmente l’idea di Agricoltura di Precisione: la gestione sito-specifica del campo dove, a seconda delle diverse zone, vengono applicati diversi tipi/livelli di trattamento adattandoli allo stato delle piante. L’obiettivo dei miei progetti di ricerca è quello di elevare questa concezione per arrivare a parlare di agricoltura di ultra-precisione come ulteriore sviluppo e frontiera dell’agricoltura di precisione. Questo significa passare dalle attuali management zones tipiche dell’agricoltura di precisione al concetto di plant management (gestione degli interventi a livello di singola pianta o addirittura parte di essa) ottenibile aumentando la capacità di raccogliere dati puntuali e di qualità e compiere interventi altrettanto mirati. Si tratta di applicare tecniche tipiche dell’automazione e della robotica in campo agricolo.

Questo è quello che hai prototipato per il tuo progetto di tesi?

Si, ho realizzato un prototipo di un robot, una macchina che si chiama cable robot molto simile a quello che viene usata negli stadi o nei concerti per fare delle riprese aree in movimento. Su questo robot abbiamo poi montato dei sensori capaci di compiere delle misurazioni sulla coltura e degli attuatori per intervenire direttamente su di questa .

Un robot attivo nel monitoraggio e che agisca in caso di problemi

Si tratta di un prototipo in scala che può essere utilizzato per trattamenti di altissima precisione.

È stato testato?

In serra. Quello che mi interessava era la gestione della cinematica del robot. L’ingegneria che del progetto è molto simile per un prototipo che per un robot in scala di campo. Ovviamente cambia il costo.

Questa tesi ha ricevuto un importante riconoscimento. Ci dici quale?

Nel corso dell’anno accademico 2018/2019 la mia tesi ha vinto l’ Agri-Innovation Award per la categoria ingegneria agraria e meccatronica 2019, assegnato dall’Accademia dei Georgofili. Oltre ad essere un importante riconoscimento personale, lo è stato anche per il Dipartimento e in particolare per il Prof. Oberti che mi ha seguito in fase di ricerca. In più ho ricevuto un assegno di 1000 euro. Non male.

Come si fa a partecipare?

È gratuito. Ogni anno l’Accademia dei Georgofili seleziona le migliori tesi di ricerca che arrivano. Qui al DiSAA lavoriamo su argomenti forti e interessanti che negli ultimi anni hanno riscosso successo. Abbiamo vinto 3 anni di fila, con Alberto Zani nel 2018, poi io e lo scorso anno con Sara Vignati. Quest’anno puntiamo al poker. Questo è un invito a tutti gli studenti a non lasciarsi scappare questa opportunità.

Curiosità….come hai speso i soldi del premio?

Ho un progetto per il futuro quindi sto risparmiando per realizzarlo. Si tratta di un progetto di vertical farm per la coltivazione di insalate in modo tecnologico e biologico. Ma per il momento, continuo a studiare e ad ampliare le mie conoscenze di agro-robotica e automazione. Poi si vedrà cosa riserba il futuro.