Quando la tecnologia diventa un’opportunità
Laboratori immersivi e interattivi permettono a studenti e docenti di incontrarsi anche in piena pandemia.
L’Università Statale di Milano è partner dell’Alleanza 4EU+, progetto finanziato dal programma quadro europeo E+ e che vuole promuovere la formazione di reti di università europee con lo scopo di dare vita ad una European Education Area entro il 2025.
In questo contesto, nel 2020, i docenti di tre atenei, il DiSAA di Milano e le Università di Praga e Copenaghen, decidono di offrire agli studenti un laboratorio di genoma editing, una delle tecniche più recenti ed avanzate della biologia molecolare. Il laboratorio sarebbe stato occasione di mobilità per studenti e docenti delle università in quanto si sarebbe dovuto svolgere in Italia, Repubblica Ceca e Danimarca.
Ma l’arrivo della pandemia fa saltare i piani…e i docenti coordinatori sono costretti a rivedere i loro programmi. Tuttavia, anziché posticipare le attività didattiche, i laboratori vengono trasformati in laboratori virtuali. Un po’ come i musei, le esposizioni, talvolta anche le fiere, anche i laboratori di 4EU+ sono diventati virtuali.
Tra il 5 e il 9 luglio 2021, si è tenuto un workshop per 14 studenti delle tre università durante il quale gli studenti si sono collegati da remoto a dei video immersivi e interattivi, che richiedevano la risoluzione di quiz e fornivano approfondimenti sul genoma editing. Per eseguire le sperimentazioni, si sono usate pipette e soluzioni virtuali mentre la risoluzione dei problemi ha previsto la creazione di squadre. Risultato: dopo appena una settimana, gli studenti sono stati in grado di scrivere progetti di editing genomico, mettendo in campo anche skills orizzontali durante la presentazione dei loro risultati di fronte alle 3 classi collegate virtualmente.
“E’ stata una meravigliosa esperienza di didattica interattiva e innovativa e che gli studenti hanno apprezzato molto. Siamo ora pronti ad “esportare” questa modalità didattica come complemento efficace delle lezioni tradizionali.” Commenta il Professor Carlo Pozzi, coordinatore del progetto per il DiSAA.