#MeetTheStudents

Vittoria Romagnano, in procinto di discutere la tesi magistrale in Scienze Agroambientali, è una studentessa DiSAA estremamente attiva e appassionata. Ci racconta come la sua passione per la natura sia diventata una professione.

Perché ti sei iscritta al DiSAA?

Sono di un paesino della Brianza, in provincia di Lecco, Olgiate Molgora. Ho frequentato il liceo classico a Monza e ricordo di aver scritto la mia tesina di maturità sul vino convinta di iscrivermi al corso di Enologia e Viticoltura

Alla fine cosa hai scelto?

Ho scelto un indirizzo più classico, Scienze e Tecnologie Agrarie pensando che un indirizzo troppo specifico mi potesse precludere altre vie in futuro, con l’idea di iscrivermi alla Magistrale in Scienze viticole ed enologiche.

Qualcosa mi dice che poi hai cambiato idea…

Alla fine ho abbandonato il vino, anche se continuo ad apprezzarlo ovviamente. Durante la triennale mi sono appassionata all’ambito ambientale e così ho optato per la magistrale in Scienze Agro-Ambientali.

Quindi cosa hai studiato?

Se lo descrivo a chi non sa cosa sia, dico che il mio corso è a metà tra scienze agrarie, scienze forestali e ingegneria ambientale. È un corso tecnico, molto ingegneristico, in cui impariamo l’utilizzo di modelli e il calcolo statistico. Quindi, in pratica, si abbandona un po’ la parte agraria per approfondire l’interesse per l’ambiente e per la sostenibilità.

È un corso che si avvicina a Scienze Forestali?

Sì, la classe di laurea è scienze forestali ma in più ci si può specializzare in tre ambiti al secondo anno: territoriale, ambientale e montano.

Quindi la tua magistrale è un prosieguo della triennale di UniMont?

In parte. Molti colleghi venivano dalla triennale di Edolo.

Visto che sei in procinto di laurearti, ti posso chiedere se sei soddisfatta della scelta.

Molto. Durante la magistrale ho sviluppato una forte passione per l’ambito forestale, motivo per cui ho scelto di frequentare il laboratorio montano e svolgere la tesi in quest’ambito. In aggiunta, da maggio 2021 ho iniziato il servizio civile presso l’Ente Parco di Montevecchia della Valle del Curone

Che bella scelta!

Ho fatto una delle mie migliori scelte in quanto svolgo un lavoro molto stimolante e che può aprirmi porte per il futuro. Pensa che l’ho scoperto un po’ per caso. Stavo preparando la parte pratica dell’esame di GIS proprio sul Parco e sul sito dell’Ente Parco ho visto il bando e mi sono candidata a pochi giorni dalla sua scadenza, con l’intento di fare un’esperienza lavorativa inerente al mio percorso di studi.

Cosa fai durante le tue ore di lavoro?

Giro per il parco. Sono spesso nei boschi e svolgo attività alquanto variegate, che sfruttano le mie inclinazioni e conoscenze acquisite con l’università. Organizzo attività di educazione ambientale, contrassegno alberi per il taglio boschi, ho fatto dei rilievi per la tutela e la valorizzazione dei querceti del Parco, il monitoraggio della flora e fauna selvatica. Ma una delle cose più interessanti è stato il progetto sulla segnaletica di un sentiero che collega la pianura al lago: in particolare il tratto che collega Osnago a Lecco… me lo sono fatta tutto a piedi giorno per giorno.

Ma che bello! 

Sì sono fortunata a passare molto tempo all’aria aperta. Un’altra attività molto stimolante e in linea con la mia tesi è stata svolgere dei rilievi dendrometrici, calcolare il volume degli alberi e stimare il carbonio stoccato dalle piante messe a dimora negli ultimi 30 anni dall’Ente Parco, al fine di verificare che questo fosse a impatto zero, ossia che la quantità di CO2 stoccata dalle piante fosse uguale, o superiore, alle emissioni dell’Ente parco, nello stesso periodo

E…?

Si! È ad impatto zero! Ha addirittura guadagnato dei crediti di carbonio!

Bella notizia.

Si! Come prima esperienza di lavoro sono davvero soddisfatta. Anche perché durante quest’esperienza ho ritrovato molte materie che ho affrontato durante la mia magistrale: dall’ infarinatura in ambito forestale, alla formazione agraria di base, al corso di politica agraria e pianificazione territoriale

Di cosa parla la tua tesi?

È con il Professor Vacchiano e, come anticipato, è sullo stoccaggio di carbonio da parte delle foreste di due aree forestali italiane, una alpina, nella zona di Tarvisio al confine con la Slovenia, ed una appenninica nei pressi del Parco Foreste Casentinesi in provincia di Forlì-Cesena

Ancora una volta all’aria aperta.

Ancora più fortunata perché era durante il lockdown che ho svolto il tirocinio nei boschi! Siamo partiti con un gruppo di studenti e un collaboratore del dipartimento per raccogliere dati per tre tesi diverse: io sullo stoccaggio del carbonio e i miei colleghi sul rischio incendi, schianti da vento e frane.

Quindi un lavoro d’equipe.

Si si, è stato molto formativo e coinvolgente. Sto elaborando i risultati proprio in questi giorni quindi non posso spoilerare nulla ma il focus della tesi è quello di investigare quanto stoccano le due foreste rispettivamente, ma anche come cambia lo stoccaggio in base a diverse gestioni forestali, oppure come cambia questa funzione in caso di disturbi come incendi e vento. Ad esempio, nel caso degli incendi, oltre alle ingenti emissioni di CO2 causate combustione e quindi la perdita del carbonio stoccato per anni, la morte degli alberi determinerebbe una forte riduzione dell’assorbimento futuro.

Beh gli alberi e le foreste giocano un ruolo sempre più importante. Se ne è parlato anche alla COP26.

Dopo anni, ci si è resi conto dell’importanza delle foreste. L’umanità ha capito che se si vuole continuare ad emettere CO2 in una società come la nostra è più che mai necessario bilanciare i danni fatti da altre parti e così gli alberi sono tornati al centro dell’agenda politica. In questo contesto la gestione forestale è importantissima!

Cosa vuoi fare da grande?

La mia laurea mi ha aperto la strada a mille ambiti tutti molto interessanti. 

Fammi un esempio.

Te ne faccio tre. Il primo te l’ho già detto – lavorare in un Ente Parco. Mi piacerebbe anche lavorare all’ARPA sempre in ambito ambientale ma non escludo un assegno di ricerca in università o di lavorare, sempre come ricercatrice, per aziende private. Di sicuro, una volta laureata, sono intenzionata a sostenere l’esame di stato per l’abilitazione alla professione di agronomo-forestale.

Consiglieresti i corsi del DiSAA ad uno studente delle superiori?

Certo che sì, per me sono stati gli anni più belli in assoluto! Ero pendolare ma nonostante ciò non saltavo mai lezione. Anzi, restavo a studiare in aula-studio il pomeriggio. Così facendo, ho conosciuto alcuni dei miei amici più cari! Poi ho vissuto il DiSAA piuttosto intensamente perché sono stata anche rappresentante degli studenti con la storica lista studentesca “Cellule Compagne”, ho fatto parte della commissione paritetica e ho partecipato ogni anno all’organizzazione della festa di agraria.

Ah quella si che è famosa in tutta la Statale.

Certo! Pensa che io ci andavo ancora prima di iscrivermi in facoltà. Ah, ho dimenticato di dirti che ho fatto l’Erasmus a Praga durante il terzo anno di triennale. Altra esperienza bellissima, che consiglierei a chi vuole e può farlo!

L’Erasmus è un must, dovrebbe essere obbligatorio per tutti!

Sono d’accordo! È un’opportunità unica di crescita sia a livello formativo che personale in un ambiente internazionale. Oltre ad avermi fatto incontrare il mio fidanzato. Ma questa è un’altra storia….