#MeetTheStudents

Carlo Fiandesio Vallante

22 anni, milanese, dopo la maturità scientifica si iscrive a Agrotecnologie per l’Ambiente e il Territorio. Ormai laureato, ci racconta perché è soddisfatto della sua scelta.

Qual è l’esperienza più bella e significativa che hai vissuto all’università?

Sicuramente il mio tirocinio, che non soltanto mi ha offerto la possibilità di iniziare a familiarizzare con il mondo della ricerca, ma anche di farlo all’estero, a Lipsia in Germania. Devo ammettere che ero molto orgoglioso del mio titolo di “collaboratore alla ricerca” per Formind.

In cosa consiste il progetto Formind?

È un modello sviluppato in Germania per simulare la crescita delle foreste. Per farlo suddivide una foresta in aree di venti per venti metri, all’interno delle quali andrà a simulare le principali dinamiche interne a una foresta, quali la crescita degli alberi, la mortalità, la competizione e così via, partendo da una serie di equazioni e parametri specifici per ogni specie forestale. Io ho utilizzato Formind per studiare gli effetti del cambiamento climatico sul castagno nei prossimi ottant’anni. Ho iniziato nell’estate del 2019 con la raccolta dei dati sul campo in un castagneto ligure e in uno lombardo. Una volta raccolti tutti i dati necessari sono partito per la Germania.

Con chi hai lavorato?

Una volta arrivato in Germania mi hanno presentato gli sviluppatori del progetto Formind, con i quali ho lavorato a stretto contatto tutto il mese di novembre 2019. In sostanza il mio lavoro consisteva nell’adattare i parametri di Formind al castagno.

È stato facile adattarsi alla nuova realtà?

Devo ammettere che all’inizio ero un po’ spaesato. Era la prima volta che avevo a che fare con un modello, ma in poche settimane, grazie alla pazienza e al prezioso aiuto dei miei colleghi, ho imparato moltissimo sull’argomento e sono riuscito a completare il mio lavoro. In definitiva, quest’esperienza è stata veramente preziosa. Ho conosciuto delle persone gentilissime ed estremamente interessanti; ho vissuto, anche se per poco, in una città straniera; ho lavorato in uno dei migliori centri per la ricerca ambientale, l’Helmholtz Centre for Environmental Research. In più, come ciliegina sulla torta, sono stato pagato!

Cosa ti ha spinto a scegliere il corso di Agrotecnologie?

Per il suo approccio interdisciplinare all’agricoltura e per l’attenzione che pone sulla sostenibilità degli Agroecosistemi.

Le tue aspettative si sono realizzate?

Si. In questi tre anni ho acquisito conoscenze di chimica, biologia, ecologia, fisiologia, agronomia, selvicoltura e molto altro, il tutto con una particolare attenzione sulla multifunzionalità dell’agricoltura e di tutto il mondo rurale. Questo corso, inoltre, mi ha fatto scoprire la selvicoltura e il mondo forestale che mi ha davvero sorpreso e interessato. Tant’è che poi è stato l’oggetto del mio tirocinio, della mia tesi triennale, ed è il settore dove vorrei lavorare in futuro.

Hai fatto esperienze lavorative dopo la laurea? Il corso ti ha preparato in modo adeguato?

Una volta laureato mi sono messo subito alla ricerca di un lavoro, nell’attesa di iniziare la magistrale che inizierà questo autunno. Grazie al mio relatore, il professor Giorgio Vacchiano, ho partecipato alla fase di raccolta dati per la stesura di una relazione preliminare agli interventi di sistemazione in seguito all’incendio del Campo dei Fiori (VA) del 2017, compito per il quale il corso di selvicoltura e il mio tirocinio mi avevano preparato più che adeguatamente.

Credi che il percorso di laurea da te intrapreso dia buone opportunità lavorative?

Penso proprio di sì. Sicuramente il corso offre una preparazione poliedrica, permettendo di inserirsi in molti settori come la tutela ambientale, la selvicoltura, la ricerca universitaria. Non sono l’unico. Altri miei compagni hanno trovato impiego dopo la laurea in tempi rapidi, talvolta anche prima di laurearsi. Credo che le opportunità lavorative aumentino ancora di più se si prosegue con gli studi.

Che consiglio daresti a chi si iscrive al primo anno dell’università?

Il consiglio che posso dare alle matricole è sicuramente questo: createvi una rete! A mio parere, infatti, la forza dell’università è proprio quella di mettere insieme un gran numero di persone con esperienze diverse, e ognuno ha qualcosa da offrire. Frequentare il campus, e stringere il maggior numero possibile di legami, dai compagni di corso ai professori: ecco cosa raccomando ai neo-iscritti…

Tu sei riuscito anche a crearti un network internazionale…

Si, quello è stato un vero plus. Ma quando ero in Germania ho comunque continuato a parlare con i miei colleghi del DISAA, con cui ho preparato esami, realizzato progetti, condiviso punti di vista. Senza il mio network non avrei mai trovato il lavoro che ho svolto dopo la laurea.

Cosa vuoi fare da “grande”?

A ottobre inizierò una magistrale a Padova in Forest Science, un corso di laurea in inglese sulla gestione sostenibile delle foreste in relazioni a problemi quali il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la deforestazione ecc. Spero, in futuro, di lavorare in quest’ambito, magari al servizio di organizzazioni internazionali od ong.