Master in Cooperation for Sustainable Agrifood Development

Di quanto il mondo sia interconnesso, e di come l’instabilità politica in una regione del mondo abbia conseguenze trasversali anche a migliaia di chilometri di distanza, ce ne stiamo rendendo conto in questi tristi giorni di guerra. Nel complesso l’export agroalimentare russo e ucraino vale il 12% delle calorie totali scambiate nel mondo, e mentre noi in occidente lamentiamo l’aumento dei prezzi delle materie prime, in molti paesi dell’Africa la percentuale di popolazione a rischio di insicurezza alimentare, già vicina al 20%, è minacciata da un incremento del prezzo di alcuni prodotti, come ad esempio il grano, che potrebbe avere conseguenze drammatiche sulla popolazione e sulla stabilità

Secondo la FAO oggi soffrono di denutrizione circa 795 milioni di persone nel mondo (ovvero una persona su nove) e si prevede che la domanda globale di cibo aumenterà del 35% entro il 2030. Come già abbiamo affermato più volte, non esiste tra i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile –i Sustainable Development Goals, SDGs delle Nazioni Unite –, una macro-tematica che non sia strettamente collegata alle attività agricole. Oggi e ancora più nei prossimi decenni, infatti, l’agricoltura è chiamata a produrre cibi sufficienti, sicuri e di qualità per nutrire la crescente popolazione mondiale, contribuendo a ricomporre gli attuali squilibri, senza consumare risorse naturali che non siano rinnovabili.

Ritorniamo allora alla situazione in Africa.

La struttura della proprietà è frammentata, con una netta maggioranza di micro agricoltori orientati alla produzione per autoconsumo, incapaci di affrontare i necessari investimenti per fare il salto di qualità. E ancora, manca una fornitura costante e capillare dei mezzi di produzione e questo comporta un grado di rischio e di fragilità molto elevato, che riduce l’efficienza e la competitività del sistema produttivo. È inoltre difficile trovare concimi e agrofarmaci a prezzi ragionevoli, perché mancano gli accordi commerciali. In molti casi poi non vi è nemmeno una produzione zootecnica stabile che fornisca concimi di origine animale. Insomma, è doveroso migliorare la situazione, anche pensando alla considerazione iniziale che sottolinea quanto il mondo sia interconnesso. Ma garantire prodotti sicuri significa considerare l’intera catena di produzione alimentare in tutte le sue fasi, come un unico processo su cui intervenire. Una politica efficace di sicurezza alimentare richiede la valutazione e il monitoraggio dei rischi, un’efficace azione normativa per gestire i rischi e i sistemi di controllo.

In questo contesto, si inserisce la proposta formativa del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DISAA) dell’Università degli Studi di Milano: il nuovo Master in Cooperation for Sustainable Agrifood Development si rivolge a chi crede che favorire lo sviluppo rurale basato su un’agricoltura equa e sostenibile rappresenti la chiave di volta per garantire la sicurezza alimentare nel mondo.

 
Obiettivi formativi

Il master si propone di costruire le competenze tecniche per contribuire a progettare,  a realizzare e a valutare interventi di sviluppo rurale, agricolo e agroalimentare nei paesi a risorse economiche limitate. Allo stesso tempo, fornisce gli strumenti per decodificare e interpretare il contesto sociale ed economico e orientare alla sostenibilità i percorsi di sviluppo ed i relativi progetti e interventi.

Gli insegnamenti forniti dal master si diversificano nelle aree disciplinari di Scienze Agrarie e Veterinarie, Scienze Biologiche, Scienze Chimiche, Ingegneria Civile e Architettura, Scienze Storiche, Filosofiche, Pedagogiche, Psicologiche, Scienze Economiche e Statistiche, Scienze  Politiche e Sociali.

 

Metodo

Il master è in lingua inglese.

I format adottati per la didattica saranno di tre tipi:

  • Lezioni frontali (erogate in forma ibrida presenza/streaming) per perfezionare le conoscenze e competenze professionali dei candidati
  • Esercitazioni pratiche per toccare con mano l’utilizzo di strumenti di lavoro in ottica professionalizzante
  • Seminari di approfondimento incentrati su casi di studio. Nella gestione dei seminari sono coinvolti anche docenti esterni appartenenti alla società civile, ad aziende private, nonché una ventina di NGO con cui il Master collabora e che giocheranno un ruolo fondamentale nell’inserimento dei candidati nel mondo del lavoro legato alla cooperazione internazionale.

 

Sbocchi professionali

Gli studenti incarneranno la figura molto ricercata di esperto in cooperazione internazionale, sia dal punto di vista gestionale che tecnico manageriale. In particolare, le posizioni potranno essere ricoperte nelle seguenti organizzazioni:

  • Organizzazioni non governative  (e del Terzo Settore)
  • Istituzioni e Agenzie comunitarie
  • Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS)
  • Enti locali
  • Consulenza professionale per istituzioni italiane, comunitarie, internazionali
  • Fellowship presso le Nazioni Unite
  • Volontariato europeo per l’aiuto umanitario finanziato dall’Unione europea 
  • Servizio volontario europeo
  • Stage CRUI presso le rappresentanze diplomatiche all’estero 

 

Background richiesto

Il Master è pensato per accogliere e formare studenti che padroneggiano la lingua inglese e con una preparazione di base (Laurea Triennale o equivalente) in almeno una tra le discipline elencate: Biotecnologie; Scienze Biologiche; Scienze e Tecnologie Agrarie e Forestali; Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari; Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura; Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali; Scienze economiche; Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale; Scienze della Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Paesaggistica e Ambientale; Geografia; Ingegneria Civile e Ambientale;  Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali; Scienze Sociali per la Cooperazione, lo Sviluppo e la Pace.

 

Informazioni addizionali:

Sito UniMi

Sito Ufficiale del Master COSAD