Vite e Innovazione: il DiSAA all’Industrio Talk
Mercoledì 11 maggio, due docenti DiSAA, la Professoressa Gabriella De Lorenzis e Silvia Toffolatti del DiSAA hanno partecipato all’Industrio Talk “L’agricoltura di domani: verde e 4.0 – L’innovazione al servizio della sostenibilità”.
Entrambe le docenti, avvezze all’innovazione in campo agricolo e agronomico, si dedicano allo studio della vite, da un punto di vista genetico e epidemiologico. Da un lato De Lorenzis i cui studi sono focalizzati sulla valorizzazione della biodiversità della vite, al fine di identificare le migliori pratiche agronomiche per potenziare le performance produttive e selezionare nuovi genotipi con il miglioramento genetico tradizionale e basato sulle new breeding techniques. Dall’altro Toffolatti le cui attività di ricerca riguardano principalmente la difesa delle colture agrarie e della vite, svolgendo ricerche sulla biologia, genetica ed epidemiologia della Plasmopara viticola, agente causale della peronospora, sull’interazione ospite-patogeno, sulla gestione dei trattamenti con prodotti fitosanitari mediante l’impiego di modelli previsionali, sulla resistenza ai fungicidi e sull’efficacia di innovativi prodotti antiperonosporici.
ll tema cardine dell’evento è stato quello della sostenibilità ambientale legata all’innovazione ed è stato evidenziato più di una volta l’importanza dell’interazione tra le aziende e gli agricoltori da un lato e la pratica della ricerca che si svolge in ambito universitario dall’altro. A causa del cambiamento climatico, per esempio, le piante sono sottoposte a sempre nuovi stress biotici e abiotici. Tramite il miglioramento genetico, si riesce però a selezionare quelle varietà che sono in grado di fronteggiare questi cambiamenti. De Lorenzis ha infatti illustrato come di recente, insieme alla collega, sia stato testato in un laboratorio DiSAA un protocollo biotecnologico per contrastare il fungo Plasmopara viticola, che causa la peronospora della vite. Siamo di fronte a delle tecniche definite New Breeding Techniques (NBT) che comprendono il genoma editing al fine di ottenere in tempi più ridotti genotipi in grado di ben resistere a stress abiotici.
Ad oggi le nuove tecniche genomiche ricadono sotto la legislazione OGM, in Europa (sentenza Corte di Giustizia UE 2018). Tuttavia, nel Novembre del 2021, la Commissione Europea ha però sottolineato come “molti dei prodotti vegetali ottenuti con le nuove tecniche possono contribuire agli obiettivi del Green Deal“ e delle altre strategie come Farm to Fork e Strategia della Biodiversità. Gli sforzi delle ricercatrici DiSAA dimostrano ancora una volta l’importanza che la ricerca universitaria ha per il miglioramento della vita, e della vite, di tutti noi.