ECONOMIA CIRCOLARE E NUOVE TECNOLOGIE PER UNA PRODUZIONE AGROALIMENTARE SOSTENIBILE
Il DiSAA chiamato a coordinare il centro sull’Economia Circolare del Centro Nazionale Agritech
Il DiSAA è tra i protagonisti del Centro Nazionale Agritech, guidato dall’Università Federico II di Napoli nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e che si inserisce nell’ambito del programma Next Generation EU allo scopo di potenziare l’economia italiana in tutti i suoi settori più importanti, agricoltura inclusa.
Il Centro Nazionale Agritech si focalizza sul settore agricolo e ha l’obiettivo di modernizzare l’intero comparto, attraverso la stretta collaborazione tra il mondo della ricerca e quello dell’impresa, basandosi su un uso sempre più pervasivo delle tecnologie digitali e delle cosiddette Key Enabling Technologies (KETs) al fine di rendere i processi produttivi più competitivi, sostenibili e resilienti. Favorire la digital transformation in un settore come quello agricolo, comunemente considerato molto agganciato alla tradizione, significa riportare al centro dell’innovazione italiana l’agroalimentare, e la qualità indiscutibile dei suoi prodotti, al fine di incentivare un sistema più equo, sano ma al tempo stesso rispettoso dell’ambiente.
Il Centro Nazionale Agritech è organizzato con una struttura di governance di tipo Hub & Spoke, con l’hub che svolge attività di gestione e coordinamento e nove spoke che realizzano le attività di ricerca. Il DiSAA coordina lo spoke sull’economia circolare e partecipa ad altri quattro (sulle risorse genetiche, la smart agriculture, l’allevamento e le aree marginali) mentre altri sei dipartimenti dell’Ateneo contribuiscono agli obiettivi di ricerca del Centro Nazionale Agritech: Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente –DeFENS –, Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali – ESP-, Dipartimento di Bioscienze – DBS –, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali, Dipartimento di Chimica, Dipartimento di Scienze Farmaceutiche – DiSFARM.
In particolare, spetta al DiSAA coordinare l’agenda delle attività di ricerca dello spoke sull’economia circolare che vede la partecipazione di altri sette atenei italiani (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università di Bologna, Università di Università di Parma, Università di Napoli, Università di Salerno), Consiglio Nazionale delle Ricerche, ENEA e cinque aziende (ENI, Mulino Casillo, Graded, Irritec, De Matteis), per facilitare la nascita e crescita di iniziative imprenditoriali a elevato contenuto tecnologico che assicurino la transizione del settore primario verso un’economia più circolare e sostenibile, entrambi aspetti cruciali per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal e l’implementazione della strategia europea “from Farm to Fork”.
“Si apre un nuovo capitolo per il nostro ateneo, i cui studi di ricerca saranno focalizzati al raggiungimento di un impatto ambientale neutro o positivo della filiera agro-alimentare.” afferma il Professor Gian Battista Bischetti, Direttore del DiSAA e coordinatore dello spoke e della partecipazione della Statale al Centro nazionale Agritech “il passaggio da un’economia lineare ad un’economia circolare è un prerequisito per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica sancito dal Green Deal per il 2050. Alle produzioni agricole viene richiesto di ridurre la pressione sulle risorse naturali, ed al tempo stesso di produrre energia, nutrienti e sostanze ad elevato valore aggiunto partendo dagli scarti, sviluppando così un sistema innovativo in cui tutto si riutilizza e si rigenera divenendo risorsa produttiva.”
La valorizzazione degli scarti della filiera agricola, come ad esempio i reflui zootecnici e gli scarti vegetali, attraverso la conversione in fertilizzanti organici per il terreno o in energie alternative, o ancora la produzione di bioplastiche o di nuove molecole ad alto valore aggiunto da utilizzare sia all’interno del comparto agricolo come biostimolanti o come base per la difesa dai patogeni, sia all’esterno, ad esempio in ambito farmacologico o cosmetico, rende l’idea di come l’innovazione tecnologica abbia permesso di fare grande passi avanti nel riutilizzo degli scarti agricoli non più considerati rifiuti bensì materia prima nobile. “Sono convinto – continua Bischetti – “che i vantaggi derivati dall’applicazione dell’economia circolare in agricoltura rappresentino un contributo reale alla crescita sostenibile e alla creazione di nuove figure professionali e dunque posti di lavoro. Le attività del Centro Nazionale Agritech hanno per obiettivo il rilancio del sistema agroalimentare del paese, con conseguente impatto concreto sul suo sistema economico.”
Fin dai tempi della Regia Scuola Superiore di Agricoltura inaugurata nel 1870, la facoltà di scienze agrarie di Milano (oggi facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari) ha fatto da apripista con iniziative pioneristiche in ambito della formazione e della didattica. In particolare, il DiSAA oltre ad essere il capofila di numerosi progetti di ricerca a livello europeo ha anche rinnovato la sua offerta formativa per il prossimo anno accademico per rispondere alle nuove esigenze della società. In partenza, il nuovo corso di laurea triennale in Agricoltura Sostenibile che prevede uno studio approfondito dei nuovi metodi produttivi. “In un periodo storico segnato dalle sfide del boom demografico globale e del cambiamento climatico, garantire il nutrimento a quasi 8 miliardi di persone, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, riducendo il consumo di acqua e suolo è la grande sfida, e obiettivo, dell’agricoltura sostenibile, destinata a dare un contributo di primissimo piano al futuro dell’umanità” conclude Bischetti.