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Irene Valsecchi

Laurearsi in scienze agrarie ti apre un mondo. Lo dimostra la storia di Irene Valsecchi. Classe 1995, brianzola doc, determinata e intraprendente, innamorata da sempre dell’agricoltura e in particolare dell’allevamento caprino, Irene è una grintosa alumna della facoltà di Agraria dell’Università di Milano, dove ha conseguito sia la laurea triennale che la magistrale.

In quest’intervista Irene ci spiega perché vale assolutamente la pena iscriversi alla facoltà di Agraria, e ci racconta il suo (bellissimo) percorso di studio e lavoro, tra sperimentazioni in allevamento e periodi estivi in rifugio a tremila metri d’altezza. E ancora, ci parla dell’innovativo progetto DEMOCAPRA, uno dei fiori all’occhiello della facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Buona lettura!

Irene, com’è nata la tua passione per la terra e per l’agricoltura?

La mia famiglia risiede da generazioni in Brianza, territorio che ancora oggi vanta una forte tradizione nell’allevamento bovino. Sai, sin dall’asilo volevo “vivere” il settore agricolo, ed ecco perché ho frequentato le superiori all’Istituto Agrario Luigi Castiglioni di Limbiate. Devo dire che quelli sono stati per me anni bellissimi, ricchi di esperienze formative e di incontri; anni che mi hanno portato, nei periodi estivi, a lavorare in alpeggio e in aziende di montagna! E un’altra esperienza bellissima è stato il Rotary Camp in Germania, dove ho avuto il privilegio di rappresentare l’Italia e la mia scuola, incontrando ragazzi da tutto il mondo, manager e amministratori delegati di grandi aziende globali, specializzati ad esempio nella produzione di patate.

Insomma, non potevi non iscriverti alla facoltà di Agraria dell’Università di Milano!

Esatto. La passione per il settore, le esperienze vissute e i miei sogni mi hanno spinto, finite le superiori, a iscrivermi alla facoltà di Agraria di Milano, unica facoltà che avevo preso in considerazione per una possibile frequenza universitaria. Passato il test, è iniziata l’avventura. Sai, pensavo che non avendo frequentato un liceo sarei partita svantaggiata, ma non è stato affatto così! Anzi, le competenze e le nozioni acquisite alle superiori sono state fondamentali per il mio percorso universitario.

E già in triennale hai capito che la tua grande passione era la zootecnia.

Sì esatto. Durante la triennale ho avuto la conferma che la zootecnia era il settore che più mi affascinava e stimolava. Richiede tante competenze, è vero, ma dà grandi soddisfazioni. Per questo motivo ho deciso di concludere la triennale con una tesi di laurea relativa all’analisi delle cellule somatiche e del teat apex score in bovine a inizio lattazione.

E com’è stata la magistrale in scienze agrarie?

Posso dire che la magistrale in scienze agrarie, naturalmente a indirizzo agro-zootecnico, è stata per me un punto di svolta. Le competenze sono aumentate, idem i contatti con il mondo zootecnico, grazie anche a fiere ed esperienze dirette in azienda con allevatori. Quei due anni mi hanno portato ad avvicinarmi ad un settore molto specifico, quello caprino, per me davvero di grande interesse.

E qui arriviamo alla tua tesi magistrale…

Si, e al progetto DEMOCAPRA. Ho avuto la fortuna affrontare un tema piuttosto caldo e mai affrontato prima: la valutazione dell’impatto ambientale del settore caprino in Lombardia.

Mi sono occupata, in estrema sintesi, di fare una raccolta-dati completa in otto aziende caprine in sei diverse provincie della regione. È stato un lavoro molto stimolante perché questo ha spinto gli allevatori a compiere valutazioni molto puntuali, e a scoprire aspetti prima ignorati ma fondamentali per la sostenibilità e la gestione aziendale.

Sono molto soddisfatta di aver scelto questa tesi, perché mi ha messo in contatto diretto con gli allevatori, e mi ha consentito di scoprire realtà aziendali diverse, capire i problemi reali di un’azienda agricola, raccogliere dati molto tecnici. Insomma, mi ha fatto crescere molto e mi ha reso più consapevole sul lavoro che si può fare.

Quali sono state le conclusioni della tesi?

Dunque, i dati raccolti nelle varie aziende sono stati elaborati con un software specifico, che attraverso il metodo LCA ha poi permesso di fare delle attente valutazioni. In sintesi possiamo dire che se si vuole limitare l’impatto ambientale della produzione di latte e di formaggio caprino, il grosso del lavoro è in stalla. Fornire alle capre un’alimentazione di qualità con il giusto rapporto energia/proteine e foraggi/concentrati, gestire in modo ottimale gli aspetti riproduttivi per avere fertilità elevate, prevenire possibili problemi sanitari, garantirsi (nel possibile) un alto livello di autosufficienza alimentare, puntando ad ottimizzare i processi produttivi e l’efficienza aziendale, rappresentano i modi migliori per raggiungere il massimo benessere animale e la massima sostenibilità ambientale.

Com’è stato accolto il progetto DEMOCAPRA?

Ho avuto riscontri positivi dagli allevatori, non solo lombardi e posso dire che il progetto è stato molto apprezzato. La pubblicazione delle schede tecniche ha dato un riferimento preciso, tecnico e imparziale su come dovrebbe essere gestito l’allevamento caprino; un riferimento consultato non solo da nuovi allevatori ma molto apprezzato anche da allevatori storici che hanno trovato nelle schede tecniche conferme o spunti di miglioramento per la propria azienda.

Insomma, è piaciuto.

Esatto, è così. Il progetto DEMOCAPRA rappresenta un vero e proprio servizio informativo offerto dall’Università di Milano al settore zootecnico. L’aver creato del materiale chiaro, semplice, fruibile e soprattutto diretto è – a mio avviso – il modo migliore per dare concretezza alla ricerca. L’aver organizzato eventi in stalla ha creato un rapporto diverso da quello che si sarebbe instaurato in un’aula dell’università, rendendo forse il tutto anche più credibile e apprezzato dagli allevatori.

Tu hai sempre amato coniugare la dimensione dello studio con quella lavorativa, è corretto?

Sì. Parallelamente agli studi universitari ho sempre portato avanti delle esperienze in azienda. Da parecchio tempo ho la possibilità di dare una mano in un allevamento bovino e caprino che posso considerare di famiglia; ciò mi ha permesso di crescere tantissimo potendo sperimentare e applicare nella pratica quello che studiavo dal punto di vista teorico, comprendendo i reali bisogni di un allevatore e le competenze che un laureato in agraria può portare e trasmettere in azienda. Ho capito come semplici procedure spiegate al mattino a lezione e “sperimentate” poi al pomeriggio in stalla possono davvero servire a migliorare la produttività e il benessere animale.

E cosa ti ha insegnato il lavoro in azienda?

L’importanza di essere allevatori-imprenditori. Non basta saper allevare, è necessario saper gestire le scelte e i cambiamenti in allevamento. Bisogna essere in grado di avere un occhio critico anche nella propria azienda, conoscendo esattamente i costi e i ricavi, e puntando a ottimizzare ogni processo produttivo.

Il progetto DEMOCAPRA, mi accennavi prima, è stato importante per te anche dal punto di vista lavorativo.

Esatto. Perché oltre a farmi conoscere tra gli allevatori e i tecnici del settore caprino, mi ha aiutato ad accrescere le competenze tecniche necessarie in un allevamento caprino. Grazie al progetto, alla mia tesi e alle mie esperienze pratiche, da più di due anni (ancora prima di finire l’università) ho la fortuna di lavorare per Capre.it insieme a Marta Marilli.

Che cos’è Capre.it?

È un sito che è diventato il riferimento nazionale per il settore caprino. Oltre alla normale informazione ci occupiamo di fare formazione proponendo corsi sull’allevamento, sulla caseificazione, incontri tecnici tematici ecc. Parte molto importante del nostro lavoro è sicuramente il supporto che forniamo agli allevatori con consulenze e visite aziendali. Abbiamo come obiettivo quello di essere sempre più presenti nei territori, portando avanti collaborazioni con professionisti e allevatori per provare a creare una rete capillare di assistenza e supporto al mondo caprino, che è in una fase di forte crescita.

Un altro nostro obiettivo è quello di rendere consapevoli i nuovi allevatori di tutte quelle che sono le competenze necessarie per aprire un allevamento, seguendoli passo passo durante la costituzione dell’azienda, nella formazione individuale personalizzata e nell’applicazione in pratica delle competenze acquisite.

Cosa ti hanno dato le tue esperienze e i tuoi studi alla facoltà di Agraria dell’Università di Milano?

Mi hanno dato strumenti, informazioni e competenze per poter analizzare in modo critico ogni realtà aziendale. Mi hanno aiutano nell’individuare i punti chiave di un’attività del settore caprino e a cercare i modi migliori per risolvere un problema. I risultati si vedono: ho finito gli studi solo un anno e mezzo fa (nel dicembre del 2019), ma nonostante il periodo che stiamo tutti vivendo, ho avuto la fortuna di non fermarmi un attimo. Anzi ho continuato a crescere da un punto di vista personale e tecnico-professionale.

Un’esperienza sul campo che ti ricorderai per sempre durante il periodo universitario?

L’aver passato i mesi estivi al Passo dello Stelvio a lavorare presso il Rifugio Garibaldi a quasi 3000m di quota in un rifugio a quasi tremila metri di quota. È stata un’esperienza molto dura, faticosa, ma vissuta in un ambiente spettacolare e con persone fantastiche, con le quali si condivideva tutto. Se qualcuno mi chiedesse che mansione facevo, risponderei: tutto-fare! Dalla cucina alle camere, dal bar ai rifornimenti, dalla guida turistica al primo soccorso, mi sono davvero occupata di un po’ di tutto. Ho ascoltato storie di economisti di Tokyo, appreso i fondamenti del buddismo, incontrato campioni olimpici e soprattutto vissuto stupende giornate infinite!

Un’ultima domanda, Irene: che consiglio daresti alle ragazze e ai ragazzi che valutano l’iscrizione alla facoltà di Agraria dell’Università di Milano?

Prima di tutto direi di iscriversi, perché è un percorso multidisciplinare che può soddisfare i più svariati interessi. Consiglierei di vivere gli anni dell’università non soltanto sui libri, ma arricchendo i loro studi con tirocini, laboratori o esperienze dirette in azienda, in modo da rendere il tutto il più stimolante e interessante possibile. A mio parere ogni esperienza vissuta aiuta a formare il carattere e più in generale la propria persona!