Anche le capre parlano, e gli allevatori di VOCAPRA le capiscono
Sostenuto dal Fondo per lo Sviluppo Rurale della Regione Lombardia, il progetto dei ricercatori dell’Università degli Studi di Milano permette di interpretare le vocalizzazioni dei caprini da latte.
Lo scrittore britannico Alan Alexander Milne, noto ai più per dato vita all’orsacchiotto Winnie the Pooh scrisse: “Alcune persone parlano con gli animali. Poche persone però li ascoltano. Questo è il problema.”
In occasione della Giornata Mondiale degli Animali, raccontiamo “VOCAPRA” progetto dell’Università Statale di Milano, che punta proprio all’ascolto mediante strumenti di alta precisione degli animali, e in particolare della capra da latte, con l’obiettivo di migliorare la comunicazione essere umano-capra e di permettere agli allevatori di intervenire prontamente nelle situazioni critiche, ad esempio in caso di dolore da parte dell’animale.
La capra è stata fra i primi animali a essere addomesticati dagli esseri umani. Parliamo di ben 10mila anni fa, quando i cacciatori-raccoglitori del Medio Oriente cominciarono a modificare il proprio stile di vita, passando gradualmente alla condizione di agricoltori-allevatori. Certo, cosa dicessero le capre all’epoca non possiamo saperlo… Ma possiamo scoprire quello che dicono oggi. Grazie alla zootecnia di precisione (Precision Livestock Farming), disciplina che consente di facilitare il monitoraggio continuo dell’allevamento in modo non invasivo grazie all’uso delle nuove tecnologie.
Una materia molto complessa, come illustrano VOCAPRA e le molteplici aree disciplinari coinvolte nel progetto. In primo luogo, etologi ed esperti di benessere animale lavorano per individuare le caratteristiche distintive delle vocalizzazioni emesse dalle capre in vari contesti. Successivamente, il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano sta realizzando uno strumento informatico capace, grazie a tecniche di machine learning, di riconoscere e classificare tali vocalizzazioni, e quindi di monitorare gli animali in modo costante e non invasivo. Se presente nella stalla, questo strumento potrà avvisare gli allevatori in caso di richiami specifici da parte delle capre, aiutandoli a intervenire prontamente.
Auspicare un miglioramento del rapporto essere umano-animale non è un desiderio estemporaneo, nato nella ricorrenza della Giornata Mondiale degli Animali. Gli psicologi dell’Università degli Studi di Milano che collaborano al progetto ci confermano che maggiore è il grado di empatia verso gli animali, maggiore sia anche la capacità di comprenderne i bisogni. Quindi non ci resta che aprire le orecchie, facendoci aiutare anche dalla tecnologia.