In Memoriam – Professoressa Annamaria Vercesi
La prof.ssa Annamaria Vercesi ha dato un contributo importante alla ricerca nel campo della patologia vegetale, occupandosi di tematiche diverse ma interconnesse ed affermandosi a livello nazionale ed internazionale, come dimostrano le oltre cento pubblicazioni scientifiche su riviste, atti di convegni, manuali e monografie e le collaborazioni attuate.
Proveniente dagli studi classici, si è laureata con lode presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, con una tesi sull’epidemiologia di Botrytis cinerea, e ha intrapreso la carriera universitaria presso l’allora Istituto di Patologia Vegetale dell’Università degli Studi di Milano in qualità dapprima di tecnico laureato (1986), poi di ricercatore (2000) ed infine di professore associato (2003). Ha svolto la sua attività di insegnamento della Patologia vegetale nell’ambito dei corsi di laurea triennale in Viticoltura ed Enologia, Agrotecnologie per l’Ambiente ed il Territorio ed Erboristeria, e ha insegnato Epidemiologia e controllo delle malattie infettive nel corso di laurea magistrale in Scienze della produzione e protezione delle piante e “Fitofarmaci per la viticoltura” nel corso di laurea specialistica in Scienze viticole ed enologiche. Era inoltre socia corrispondente della Accademia Italiana della Vite e del Vino e membro dell’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante, di cui è stata vicepresidente tra il 2004 ed il 2010 e segretaria a partire dal 2014.
La prof.ssa Vercesi è cresciuta nell’Oltrepo’ Pavese, circondata dalla vite, e ad essa ha dedicato gran parte della sua carriera scientifica. Profondamente legata al prof. Marco Bisiach, ha messo in pratica una visione più ampia della fitoiatria, secondo la quale la valutazione dell’efficacia dei prodotti fitosanitari va affiancata alla messa a punto di razionali strategie di difesa delle colture agricole. Questa semplice e razionale idea della materia implica però tanto lavoro. La fitoiatria per la prof.ssa Vercesi risiede nella conoscenza approfondita del patogeno, dell’ospite, dell’ambiente e di tutti i mezzi a disposizione per limitare il danno della malattia, attuando piani di intervento adeguati alle diverse situazioni. La prof.ssa Vercesi sapeva che solo attraverso la condivisione ad ampio raggio della conoscenza si sarebbe potuto mettere in pratica quello che il prof. Bisiach chiamava “buon senso”, ovvero la lotta integrata. Perciò collaborava con tutte le persone coinvolte nella difesa delle colture: professori universitari, ricercatori, tecnici dei servizi fitosanitari e consorzi, rappresentanti delle industrie di agrofarmaci (molti dei quali suoi ex allievi) ed agricoltori, con i quali aveva un rapporto speciale, dettato dalla collaborazione nelle attività di campo.
La prof.ssa Vercesi ha ampliato e reso più complessa la prospettiva di Bisiach arricchendo il suo studio con una più accurata e critica ricerca sulla biologia dei patogeni fungini. Le sue attività principali nel campo della difesa della vite riguardavano la biologia degli agenti di peronospora (Plasmopara viticola) e botrite (Botrytis cinerea), l’epidemiologia di P. viticola e l’impiego di modelli epidemici per la gestione fitoiatrica della peronospora della vite. Ha inoltre approfondito svariati ambiti della micologia mediante ricerche che hanno spaziato dalla tassonomia, alle resistenza ai fungicidi, alla resistenza delle piante nei confronti dei patogeni fungini, agli studi di popolazione e alla biosintesi di metaboliti secondari come le micotossine. Forte degli insegnamenti ricevuti, ha impostato due linee principali di ricerca, che coinvolgevano le malattie fungine della vite e dei cereali, approcciandosi ad esse da due punti di vista diversi ma complementari. Coglieva le opportunità delle nuove metodologie di analisi, non affidandosi ad esse ciecamente, ma sempre con grande spirito critico e sapendo che solamente il “campo” avrebbe potuto confermare il dato di laboratorio.
Una grande qualità della prof.ssa Vercesi era la capacità di comunicare in modo diretto e paritario con persone di estrazione molto diversa e grazie ad essa è stata in grado di formare in maniera indelebile tutti coloro che erano disposti ad ascoltare e comprendere quanto lei diceva. Si è dedicata all’insegnamento ed alla ricerca con grande passione ed impegno, riuscendo a mettere in luce ed a valorizzare le singole qualità di tutti i suoi collaboratori. Eccezionale talento, riconosciuto e promosso da Associazione italiana per la Protezione delle piante e le Giornate Fitopatologiche con l’istituzione di un premio a lei dedicato.
La prof.ssa Vercesi ha consacrato molta energia agli studi in pieno campo, monitorando in prima persona l’andamento epidemico di P. viticola ed applicando con ottimi risultati il modello EPI per la simulazione dell’andamento epidemico in diverse province del Veneto e della Lombardia fino al luglio 2014, quando i sintomi del male incurabile che l’ha portata via il 2 febbraio 2015 si sono manifestati in tutta la loro ferocia.
Lascia nei suoi colleghi e in tutti coloro che l’hanno conosciuta un profondo vuoto e la memoria di un grande entusiasmo, rigore scientifico e passione per il compito che la Prof.ssa Vercesi ha svolto cercando sempre la verità.
Silvia Toffolatti e Giovanni Venturini