FAUNA SELVATICA: UNA FONTE ALIMENTARE SOSTENIBILE? RISULTATI DA ABBATTIMENTO DI CERVI IN UN COMPRENSORIO DI CACCIA NEL NORD ITALIA

La ricerca di fonti alimentari alternative e più sostenibili per l’ambiente rispetto alla carne prodotta in allevamenti zootecnici (bovini, in particolare) sia in aumento; tuttavia, poca attenzione è stata data alla produzione di carni derivate dall’attività venatoria di animali selvatici che, per millenni, ha invece costituito il modello di approvvigionamento proteico. Sulla prestigiosa rivista scientifica “Journal of Cleaner Production” è stato recentemente pubblicato un articolo – fra i primi a livello mondiale – che quantifica gli impatti ambientali correlati alla produzione di carne di cervo selvatico (Cervus elaphus), cacciato selettivamente durante la stagione 2015 nel comprensorio della Val d’Ossola. L’originale studio, che rientra nel progetto “Processi di Filiera Eco-Alimentare” finanziato da Fondazione Cariplo, è stato condotto con approccio Life Cycle Assessment (LCA), valutando nove categorie di impatto ambientale (secondo il International Reference Life Cycle Data System) tra le quali anche quelle legate ai cambiamenti climatici. I risultati – riferiti a 140 animali abbattuti sui 192 previsti dal Piano di Prelievo – hanno evidenziato che la distanza complessivamente percorsa dai 165 cacciatori per le uscite di censimento e caccia è il punto critico della filiera, essendo responsabile dell’85% dell’impatto in ciascuna categoria. Concentrando l’attenzione sul climate change, le emissioni di gas a effetto serra per Unità Funzionale (4,85 kg CO2eq) sono largamente influenzate dall’assunzione di considerare il cervo selvatico come una risorsa biotica entrante nel sistema senza generare alcun impatto (metano di origine enterica, in particolare). In questa ipotesi, la carne di cervo cacciato rappresenta un’alternativa ecosostenibile, rispetto a quella bovina. Gli studi su carni (e suoi derivati) di animali selvatici vanno peraltro approfonditi considerando, oltre al cervo, altri ungulati (capriolo, cinghiale, camoscio), l’estensione della filiera fino al consumatore finale e valutando la sostenibilità di queste fonti proteiche alternative nelle diete.

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO

Fiala M, Marveggio D, Viganò R, Demartini E, Nonini L, Gaviglio A (2019). LCA and wild animals: Results from wild deer culled in a northern Italy hunting district. Journal of Cleaner Production. Vol 244, 118667.  DOI: 10.1016/j.jclepro.2019.118667.