PRODUZIONE DI FERTILIZZANTI FOSFATICI RINNOVABILI A PARTIRE DA SCARTI ORGANICI
Secondo stime della FAO, il 90% del fosforo immesso nei sistemi agricoli attraverso fertilizzanti organici e minerali viene disperso nell’ambiente causando inquinamento ambientale. Data la scarsità nell’approvvigionamento di rocce fosfatiche per la produzione di concimi, risulta molto incerto prevedere nel lungo termine il soddisfacimento della domanda mondiale fosforo. La necessità sempre più impellente di poter disporre di fertilizzanti derivanti da fonti rinnovabili, valorizzando scarti organici quali effluenti d’allevamento, frazione organica dei rifiuti urbani e scarti dell’agroindustria, è un tema di grande attualità nel contesto di pratiche agronomiche sostenibili. Dagli impianti di digestione anaerobica si ottiene un sottoprodotto detto digestato, che, opportunamente gestito, può efficacemente sostituire i comuni concimi azotati di sintesi. Meno attenzione è stata invece dedicata a come il fosforo si evolve durante il processo di digestione anaerobica. I risultati ottenuti attraverso questa pubblicazione, realizzata dal Gruppo Ricicla in collaborazione con ricercatori del DEFENS nell’ambito del progetto POWER finanziato da Fondazione Cariplo, suggeriscono che le specie di fosforo presenti nel digestato dipendono dai materiali di partenza sottoposti a digestione anaerobica. La specie di fosforo maggiormente rappresentata risulta essere l’ortofosfato e, a seguito della separazione meccanica del digestato, la quota di fosforo maggiormente disponibile si concentra nella frazione liquida dello stesso. Di conseguenza la frazione liquida del digestato si candida quale fertilizzante rinnovabile non solo per l’apporto di azoto ma anche di fosforo.
RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO
Mazzini S., Borgonovo G., Scaglioni L., Bedussi F., D’Imporzano G., Tambone F.*, Adani F., 2020. Phosphorus speciation during anaerobic digestion and subsequent solid/liquid separation. Sci. Tot. Environ., 734, 139284.