UN LATTE CONTRO L’EFFETTO SERRA

Il latte bovino, oltre a essere uno degli alimenti più completi e ad alto valore nutritivo, ha anche un impatto limitato,  per kg di latte o di proteine in esso contenute, in termini di effetto serra dovuto al rilascio di gas climalteranti come anidride carbonica (CO2) e metano, valutati come CO2 equivalenti per equipararne l’effetto serra.

In un’indagine effettuata dal nostro dipartimento su 171 aziende lombarde da latte è emerso che formulando le razioni per le vacche con attenzione, scegliendo i foraggi migliori e senza esagerare con l’insilato di pianta intera di mais (silomais) e con la farina di estrazione di soia, un mangime proteico importato per lo più dal continente americano, si riesce a ridurre l’impatto ambientale dovuto alla dieta di oltre il 20% (da 17 a 13 kg di CO2 equivalenti al giorno). Va sottolineato che il contributo della dieta all’impatto ambientale del latte è tra i più significativi e che silomais e f.e. di soia sono tra gli ingredienti più utilizzati dalle aziende da latte lombarde (figura) e quindi i margini di miglioramento ambientali sono interessanti.

Non crediamo quindi a chi dice che l’agricoltura e la zootecnia sono le attività umane più inquinanti: al contrario, una buona gestione dei campi e della stalla aiutano l’equilibrio ambientale oltre a fornirci il cibo che ci serve.

Figura – Utilizzo dei principali ingredienti (in % delle aziende che li utilizzano) delle razioni per vacche da latte. SBM = farina di estrazione di soia.

Riferimento bibliografico:

GISLON G., BAVA L., COLOMBINI S., ZUCALI M., CROVETTO G.M., SANDRUCCI A. (2020). Looking for high-production and sustainable diets for lactating cows: a survey in Italy. «J. Dairy Sci.», 103, x–x. DOI: https://doi.org/10.3168/jds.2019-17177