L’AGRICOLTURA CONSERVATIVA CONTRIBUISCE AL SEQUESTRO DI CARBONIO NEI SUOLI AGRICOLI

Nel progetto HelpSoil LIFE, abbiamo stimato l’effetto delle tecniche di agricoltura conservativa a confronto con quelle convenzionali sul contenuto di carbonio organico nel suolo (SOC), sullo stock di SOC nei suoli, sulla resa delle colture, sulla fertilità biologica intesa come attività microbica nel suolo, sulla biodiversità dei micro-artropodi e sulla numerosità dei lombrichi in tre anni di sperimentazione svolta in 20 aziende agricole nella pianura padana. Le pratiche di agricoltura conservativa sono state semina su sodo o minimum tillage, abbinate alla coltivazione di cover crop nel periodo invernale. Rispetto all’agricoltura convenzionale, l’agricoltura conservativa ha determinato un aumento significativo della concentrazione e stock di SOC, della fertilità biologica, della biodiversità dei micro-artropodi del suolo e del numero di lombrichi. La produzione di granella di mais e di soia è risultata generalmente inferiore del 20% nei campi coltivati con tecniche di agricoltura conservativa, dove invece il frumento tenero ha prodotto circa il 15% in più rispetto al convenzionale. Il consumo di combustibile è risultato inferiore nelle pratiche conservative, mentre il costo complessivo delle operazioni di diserbo non ha differito significativamente tra le due gestioni. Il risultato complessivo dell’analisi è stato che l’adozione delle pratiche di agricoltura conservativa è una soluzione praticabile nelle aziende agricole, nonostante sia necessario acquisire ulteriori competenze per migliorare gli aspetti tecnici e ad aumentare la produttività.

In figura: Coltura di soia seminata con la tecnica no-till sui residui di una cover crop di orzo

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO

Perego, A., Rocca, A., Cattivelli, V., Tabaglio, V., Fiorini, A., Barbieri, S., Schillaci, C., Chiodini, M.E., Brenna, S., Acutis, M., 2019. Agro-environmental aspects of conservation agriculture compared to conventional systems: A 3-year experience on 20 farms in the Po valley (Northern Italy). Agric. Syst. 168, 73-87. DOI: 10.1016/j.agsy.2018.10.008.