Ecco i-Grape, progetto europeo che porta l’agricoltura di precisione nei vigneti italiani

Il DISAA è parte del consorzio europeo che ha progettato una nuova generazione di sensori smart per la viticoltura, un settore importantissimo per l’economia italiana e non solo. 

Anche in campo agricolo, l’innovazione è sempre più attenta a nuove modalità di coltivazione sostenibile. E naturalmente il digitale dà il suo contributo. Come? Attraverso un maggior focus su interconnessione e automazione di macchine, impianti e sensoristica, capaci di ottimizzare e aumentare qualità e produttività dei vigneti. Insomma, è la famosa agricoltura 4.0, che attraverso l’osservazione, la misurazione e l’analisi dei dati è in grado di rispondere alla variabilità del processo produttivo e alle esigenze annuali di un raccolto. L’agricoltura di precisione è vantaggiosa per definizione. Lo sanno bene alla Commissione Europea dove una parte del documento Precision agriculture: an opportunity for EU farmers – potential support with the CAP 2014-2020  è dedicata all’elenco di miglioramenti produttivi che potrebbero derivare quando si riusciranno ad applicare le tecniche di lavorazione digitale al mondo agricolo, su ampia scala.

Grazie ai fondi europei di Horizon 2020, il DISAA si è unito al Laboratorio Iberico Internazionale di Nanotecnologia (INL) di Braga, all’INESC Microsistemi e Nanotecnologie in Portogallo e all’Università di Friburgo Albert-Ludwigs in Germania nel progetto i-Grape, che applica l’agricoltura di precisione al mondo vitivinicolo. 

i-Grape è l’acronimo di INTEGRATED, LOW-COST AND STAND-ALONE Micro-Optical System for Grape Maturation, e ha l’ambizioso obiettivo di progettare una nuova generazione di sensori portando l’Internet delle cose (IoT) in vigneto e fornendo un contributo significativo alla viticoltura di precisione e aprendo la strada a nuove applicazioni nella produzione frutticola e in generale in agricoltura, settore di notevole importanza nell’economia globale. Per l’Italia, primo produttore al mondo di vino nel 2020, il settore è chiaramente strategico, sia a livello di export che di occupazione; non solo: potremmo immaginare il Belpaese senza i suoi eccellenti vini?

Il cuore della tecnologia è lo sviluppo di un dispositivo ottico da posizionare direttamente sulle piante, in grado di fornire informazioni in tempo reale sulla maturazione dell’uva e sullo stato idrico della pianta ad un prezzo accessibile (aspetto, quest’ultimo, importantissimo, dato che sino a oggi il tema dei costi ha ostacolato la diffusione dell’agricoltura di precisione). Durante i tre mesi di maturazione degli acini i sensori inviano informazioni oggettive in termini di contenuto zuccherino, l’acidità totale, il pH, l’alcool potenziale che consentono all’agricoltore di monitorare in modo continuativo e in real-time l’uva in modo da prendere decisioni in maniera oggettiva, ottenendo un controllo rappresentativo dell’intero vigneto e il massimo potenziale qualitativo dall’uva che porta a un’efficienza della produzione.

Infatti utilizzare il sensore i-Grape implica produrre in modo sostenibile a 360° in quanto contribuisce a una produzione:

  • economicamente sostenibile grazie al risparmio di denaro per le cantine dovuto all’ottimizzazione del processo produttivo;
  • ambientalmente sostenibile in quanto il sensore non usa reagenti chimici né consuma campione per la misura;
  • e infine capace di ottimizzare i tempi riducendo il lavoro tedioso dell’operatore, sia in campo per il campionamento, sia in laboratorio per le analisi distruttive.  

Il sensore è provvisto di una batteria interna a basso consumo energetico che consente di avere una sicura autonomia per l’intera campagna di maturazione. Un partner industriale del consorzio, Sogrape Vinhos SA PT, ha “prestato” al progetto dei vigneti dove testare il prototipo di device ottico. In aggiunta, i partner del consorzio hanno lanciato una public consultation per dialogare con il mercato di riferimento (agricoltori, case vinicole, rappresentanti dell’industria di settore) per valutare l’efficacia del prodotto prima di immetterlo sul mercato. 

Il progetto, attivo dal dicembre 2018, terminerà nell’agosto 2022. 

Se si dovesse riuscire a brevettare la tecnologia i-Grape, potrebbe essere una vera rivoluzione per il mondo del vino. L’Università degli Studi di Milano, e in particolare il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali che con i suoi talentuosi ricercatori vanta il 16% delle oltre 300 invenzioni brevettate dal 1992, è decisa a muoversi in tale direzione. E lo sta facendo a grandi passi, se consideriamo che nel corso di quest’anno, il DISAA si è distinto nell’ambito del programma di scouting Seed4Innovation, con ben tre progetti premiati nel corso dell’evento “Dalla conoscenza al futuro”, promosso da UniMi Innova, hub dell’innovazione dell’Università degli Studi di Milano lanciato nel 2021

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